
Il Nucleo Operativo dei Carabinieri di Nocera Inferiore ha dato esecuzione in Sarno e nelle Province di Napoli e Latina, a 5 misure cautelari in carcere nei confronti di Fiore Pasquale (classe 1948, di Sarno), Capasso Luigi (classe 1961, di Ottaviano), Granato Vincenzo (classe 1968, di Sarno), Tarantino Antonio (classe 1956, di Napoli), Mitica David (classe 1966, di Latina), tutti ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e riciclaggio di autocarri di illecita provenienza, attività delittuosa questa da cui è scaturita il nome convenzionale dell’operazione “Dirty Trucks”. Nel corso delle esecuzioni sono state svolte anche delle perquisizioni locali presso le abitazioni di coloro che hanno fiancheggiato gli arrestati, deferiti a piede libero. I militari hanno anche sequestrato 20 autocarri. L’attività d’indagine, effettuata anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione – controllo – pedinamento, si protraeva dal mese di Aprile 2006 e terminata nell’Ottobre 2006, ha dato modo di accertare l’esistenza di un gruppo di persone, circa una quindicina, dedita tra il Lazio e la Campania, ai reati di riciclaggio di autoveicoli ed autocarri di illecita provenienza che, mediante la punzonatura dei numeri di telaio e motore, venivano messi nuovamente in circolazione sul territorio nazionale ed estero. Risultava a capo dell’organizzazione Pasquale Fiore di Sarno, meglio conosciuto nell’ambiente malavitoso con l’appellativo di “o’Peparo”. I mezzi di provenienza delittuosa, venivano procacciati - su esplicita richiesta della banda – da alcuni cittadini di nazionalità rumena con base nella pianura pontina. I veicoli venivano materialmente riciclati nei loro dati identificativi (alterazione a mezzo punzonatura dei numeri di telaio e motore), per poi essere rimessi in circolazione con targhe e documenti di veicoli gravemente incidentati, precedentemente acquistati (formalmente nei soli documenti e targhe), presso alcuni centri di rottamazione del centro-nord Italia (Parma – Brescia – Treviso), la banda sporgeva false denunce di smarrimento dei documenti di circolazione, per ottenere la una nuova immatricolazione degli autocarri. I 22 autocarri, verosimilmente “riciclati”, rivenuti dai militari, hanno un valore commerciale, stimato, di oltre 3 milioni di euro.