
Che ciascuno dia secondo le proprie capacità, che a ciascuno sia dato secondo le sue necessità. (Marx).
Irriverenza. Quando si parla di questo centro sinistra che ha sonoramente perso, quando si parla del centro sinistra attaccato alle poltrone. Quello che ha tolto il "senso della politica" e delle idee, quello chiuso nei piani alti dei poteri ad elargire posizioni e ruoli compiacenti, mentre fuori l'interesse, il bene comune veniva mortificato, immolato per la causa di pochi eletti, in ogni senso. Ieri la rivoluzione silenziosa delle urne ha fatto una prima "repulisti". Sul Corriere della sera, edizione odierna, nel suo editoriale di Ernesto Galli della Loggia ha scritto che ‹‹In realtà la Prima Repubblica non è finita nel 1994, è finita ieri; e il terremoto che ha colpito la sinistra può essere interpretato come la conseguenza del modo miope e insufficiente con cui proprio la sinistra affrontò 15 anni fa la crisi di quella fase della democrazia italiana, non cogliendone né il significato né le implicazioni. E perciò riducendosi oggettivamente, allora e poi, a un ruolo di puro e semplice freno anziché di spinta e di direzione››. Forse è ancora prematuro parlare di una new deal . Regione e gran parte delle province sono ancora insite, pregne di subdolo e meschino affarismo, da inconcepibili e impermeabili logiche clientelari, individuali, per pochi, come lo sono i Piani di Zona, le agenzie di sviluppo e i luoghi del sottogoverno dove lentamente si è formato il melanoma che ha ucciso il centro sinistra. La sinistra sembra essere stata demolita nelle urne, da quella rivoluzione silenziosa, fatta e voluta dalla gente, che ha preferito avviarsi verso una “totalitarismo democratico”.
Irriverenza. Quando si parla di questo centro sinistra che ha sonoramente perso, quando si parla del centro sinistra attaccato alle poltrone. Quello che ha tolto il "senso della politica" e delle idee, quello chiuso nei piani alti dei poteri ad elargire posizioni e ruoli compiacenti, mentre fuori l'interesse, il bene comune veniva mortificato, immolato per la causa di pochi eletti, in ogni senso. Ieri la rivoluzione silenziosa delle urne ha fatto una prima "repulisti". Sul Corriere della sera, edizione odierna, nel suo editoriale di Ernesto Galli della Loggia ha scritto che ‹‹In realtà la Prima Repubblica non è finita nel 1994, è finita ieri; e il terremoto che ha colpito la sinistra può essere interpretato come la conseguenza del modo miope e insufficiente con cui proprio la sinistra affrontò 15 anni fa la crisi di quella fase della democrazia italiana, non cogliendone né il significato né le implicazioni. E perciò riducendosi oggettivamente, allora e poi, a un ruolo di puro e semplice freno anziché di spinta e di direzione››. Forse è ancora prematuro parlare di una new deal . Regione e gran parte delle province sono ancora insite, pregne di subdolo e meschino affarismo, da inconcepibili e impermeabili logiche clientelari, individuali, per pochi, come lo sono i Piani di Zona, le agenzie di sviluppo e i luoghi del sottogoverno dove lentamente si è formato il melanoma che ha ucciso il centro sinistra. La sinistra sembra essere stata demolita nelle urne, da quella rivoluzione silenziosa, fatta e voluta dalla gente, che ha preferito avviarsi verso una “totalitarismo democratico”.